Clima, un simulatore per capire quanto le scelte dei politici fanno bene

Clima, un simulatore per capire quanto le scelte dei politici fanno bene

Clima, un simulatore per capire quanto le scelte dei politici fanno bene


Dubai – Ridurre le emissioni o fermare la deforestazione? Aumentare le tasse sul carbone o promuovere i trasporti elettrici? I governi rispondono agli elettori, il clima alle leggi della fisica: trovare un equilibrio non è semplice. La novità viene dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, prestigioso ateneo statunitense tra i più quotati per la ricerca sulle tecnologie innovative. L’università ha messo a punto un simulatore digitale di policy climatiche. Non sostituirà – ovviamente – le proiezioni degli scienziati, ma con una firma così prestigiosa, si è già candidato a diventare uno strumento chiave per valutare a colpo d’occhio l’impatto delle leggi ambientali.

Si chiama En-Roads, e consente agli utenti di esplorare gli effetti di centinaia di fattori. In pochi istanti è possibile, per esempio, verificare gli effetti di una tassa sulle emissioni carboniche (tema di cui si discute da tempo) o della rimozione dei singoli gas serra. Per ogni azione è possibile inserire varie gradazioni, dalla più incisiva alla più blanda. Non mancano opzioni interessanti come l’efficientamento energetico degli edifici e l’aumento della gente. Vari i tipi di grafico con cui i risultati possono essere visualizzati, così come le unità di misura (europee o anglosassoni). Wired lo ha provato alla Cop28, la conferenza del clima delle Nazioni Unite a Dubai, mettendo alla prova un mix di politiche creato da noi. Non particolarmente aggressive.

Il simulatore del Mit

Il test di Wired

Se nello scenario corrente e con le policy attuali il riscaldamento globale rischia di raggiungere i 3,3 gradi centigradi nel 2100 (con conseguenze disastrose per il clima e aumento dei fenomeni estremi), si scopre che tassando le emissioni prodotte dal carbone di dieci dollari per tonnellata di CO2 equivalente (contro l’attuale nulla), e cominciando a farlo nel 2025, non si ottiene praticamente alcun effetto. Una misura, quindi, poco efficace, su cui non puntare.

Ma se si aggiunge l’eliminazione totale di nuove centrali e miniere a carbone si scende di 0,3 gradi. Aggiungendo poi al mix una riduzione dell’utilizzo del greggio pari al 50% si ha un altro risultato significativo: il riscaldamento si ferma a 2,7 gradi, sempre al 2100. La variazione comincia a essere sensibile. È la direzione giusta, e questo spiega bene perché il dibattito sia concentrato sugli idrocarburi. Lasciamo per il momento fuori il gas dalla nostra simulazione di un ideale governo.



Leggi tutto su www.wired.it
di Antonio Piemontese www.wired.it 2023-12-13 05:50:00 ,

Previous Newcastle-Milan, dove vedere la Champions League stasera (anche gratis)

Leave Your Comment